I giochi con lo Yoga
“I bambini hanno un eccesso di energia. Dunque hanno bisogno di correre, giocare e divertirsi con molti giochi. Per loro non va bene stare solo seduti e studiare. La loro energia deve essere equilibrata.
I genitori hanno la pessima abitudine di rimproverare i propri figli dicendo: non stai studiando. Hai fatto i compiti? Ai bambini non si chiede mai: Perché non vai a giocare a pallone? Oppure: Oggi c’è un bel film, ecco i soldi e vai a vederlo.
Le persone pensano che i bambini abbiano il loro stesso livello di coscenza. I livelli di coscienza di un padre e di un bambino di sei anni sono completamente diversi. I bambini non hanno una motivazione impura; il loro livello di consapevolezza è molto alto.”
Swami Satyananda Saraswati
Attraverso il gioco i bambini riescono ad entrare in un mondo dove tutto diviene possibile. Essi possono apprendere molto più facilmente e memorizzare ciò che hanno imparato. Attraverso il gioco i bambini entrano in relazione con sé stessi e con gli altri. Imparano a socializzare e a risolvere le difficoltà che si possono creare.
Proporre dei giochi a fine lezione aiuta i bambini ad assimilare ciò che hanno fatto e grazie all’attitudine rilassata che sviluppano durante il gioco essi possono imparare velocemente qualsiasi posizione o tecnica venga loro proposta.
Gioco e apprendimento
Il gioco è o non è apprendimento?
Rispondere a questo quesito non è affatto semplice.. richiede una profonda analisi e conoscenza del concetto reale di apprendimento, del suo manifestarsi nella vita di ciascuno e nella sua applicazione concreta nella vita di tutti i giorni. L’apprendimento avviene continuamente. Avviene in una classe, in famiglia, con gli amici, con i coetanei, nell’ambiente professionale e in tutte quelle situazioni della vita che implicano confronto, dialogo, ascolto e tanto altro.
Può quindi il gioco facilitare l’apprendimento e se può farlo, in che modo ciò avviene? Nell’opinione comune e nella cultura educativa dell’infanzia è ormai consolidata la convinzione che il gioco produce conoscenza e che migliora l’apprendimento. Numerosissimi studi hanno confermato questa tesi (dalla Montessori, a Piaget, a Bettheleim, Bruner e tanti altri) e grazie alle scoperte avvenute nel Novecento possiamo credere che effettivamente il gioco ha a che vedere con le diverse forme di apprendimento.
La dimensione infantile è quella che più manifesta i benefici del gioco e non perché il gioco sia differente rispetto a quello che potrebbe attuare un adulto, ma nell’attitudine con cui l’attività ludica viene vissuta. Un bambino non giocherà mai come un adulto e viceversa poiché essi vivono la realtà in due modalità completamente differenti. Mentre uno (il bambino) tende a percepire il mondo in maniera unificata, universale e non frammentata, l’altro (l’adulto), tende a separare gli oggetti, a classificare la realtà attraverso una prospettiva razionale e logica.